Torino può tornare al centro di un processo capace di coniugare lo sguardo internazionale con le pratiche dal basso e generative.
Le due cose non sono distanti come sembrano: la vitalità di una città dipende dal messaggio che lancia all’esterno e dalle tracce che lascia sul territorio in termini di servizi innovativi, accoglienza, preparazione degli addetti, strutture ricettive, facilitazioni, lobby internazionale. I territori però non sopravvivono se non sono capaci di innovarsi in progettazione per ottenere fondi che arrivano sempre meno dal livello centrale e sempre di più dalle istituzioni europee, soprattutto con gli ingenti fondi che arriveranno con il PNRR. Su questo il lavoro di Europe Direct sul monitoraggio civico è stato una delle politiche attive più innovative.
Il secondo punto, legato al primo, è quello di sostenere l’immaginario di Torino città inclusiva, che pensa al mix culturale e ne difende gli aspetti plurali evitando retoriche vuote, stucchevoli e ghettizzanti. Per questo Torino può essere ancora di più la città delle donne, la città arcobaleno, la città non solo per gli abili, la città dell’accoglienza e della solidarietà.
Va quindi riconosciuta la parità di genere come leva di cambiamento in tutti i campi di vita, scardinando i meccanismi che riproducono la disuguaglianza uomo-donna nella gestione familiare e nella responsabilità di cura.
Tutto ciò è possibile con le politiche di sostegno, con i gesti simbolici, agevolando realmente il ricambio della classe dirigente, difendendo il punto anche con strategie di marketing sociale. È possibile farlo anche con la rete di soggetti già presenti sul territorio accompagnandoli in un percorso che li valorizzi e non li faccia temere di essere cancellati, ma invece incubati. Lo si fa migliorando il welfare pubblico, concedendo spazi, riconoscendo l’impegno, sostenendone del nuovo.
Lo si fa, infine, dotando la città di strumenti che possano aiutare i decisori pubblici a capire su quali ambiti occorre agire con maggior tempestività e come orientare le politiche pubbliche per gli anni a venire. Strumenti che possano tener conto della soggettività dei cittadini, coinvolgendoli attivamente nel fornire una serie di feedback e segnalazioni sulle politiche pubbliche.
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